L’associazione Ambaradan ha dovuto cambiare sede. Per forza, non per scelta: il Comune ha intimato agli iscritti di fare fagotto e trasferirsi altrove. Una sistemazione, per fortuna, è stata trovata in tempi utili e il sodalizio ora si trova in via Mulini, sistemato presso un capannone. Problema non da poco: mentre prima la sede era gratis, ora bisogna pagare (circa 6.000 euro I’anno). Altro problema non da poco: l'Ambaradan erogava il servizio dei pacchi-cibo per i poveri, su segnalazione anche dei Servizi sociali del Comune, e questa distribuzione potrebbe essere a rischio. La presidente dell'associazione Fernanda Reboldi ha preferito non commentare: «Non dico niente. Questa Giunta ha vinto le elezioni ed è giusto che facciano quello che vogliono, hanno preso tremila voti no?». Neppure su sollecitazione, per spiegare la realtà dei fatti o la propria opinione personale in merito: «No, non dico niente lo stesso. Noi andiamo avanti, non voglio polemiche». Pare che, onde ovviare al forfeit per i pacchi alimentari, il Comune abbia chiesto disponibilità all'associazione «Argento vivo». Ma, almeno per il momento, il passaggio dell’impegno non sarebbe stato valutato come fattibile. «Nell'ex-ospedale faremo un centro diurno anziani - ha spiegato il sindaco Renato Pasinetti -. Era nel nostro programma elettorale. Ho proposto all'Ambaradan un contributo di 3.000 euro per le spese di affitto della loro nuova sede. Per ora non mi hanno ancora risposto».