Attraverso una rete virtuosa l'associazione «Ambaradan» ha dato vita a un modello unico nel suo genere: centinaia le persone assistite ogni giorno. Alimenti, generi di prima necessità, scarpe e vestiti per le famiglie non solo straniere strozzate dalla crisi nell'ex macello di via Napoleone sede e magazzino. Da tre anni tendono la mano a chi non ce la fa da solo. Ma da qualche mese le persone in cerca di un aiuto si sono moltiplicate in modo esponenziale. Stranieri, certo, anziani, è normale, ma a fare la fila per accedere all'emporio solidale ci sono sempre più persone insospettabili, i nuovi poveri, i figli della crisi. Tra le esperienze di assistenza della nostra provincia, una delle più singolari e riuscite è quella dell'Ambaradan di Travagliato. Fondata da Fernanda Reboldi e Eleonora Sorti, oggi l'associazione si prende cura di qualcosa come 103 famiglie residenti a Travagliato e 13 nuclei di Berlingo: in totale oltre 400 persone a cui viene periodicamente donato un pacco alimentare solidale ma anche scarpe e indumenti, mobili e arredi usati. Donazioni delle quali beneficiano non soltanto gli abitanti dei due Comuni di riferimento, ma anche numerose famiglie e persone che arrivano da tutta la provincia (e non solo). Gli stranieri, ovviamente, rappresentano ancora la fetta di utenti più cospicua, intorno al 90%. D'altronde è questa la fascia più debole ed epsosta, crisi o non crisi. Il servizio è davvero esemplare, fuor di retorica, è doveroso parlare di eccellenza a livello nazionale in termini di efficienza, organizzazione e magistrale lavoro dei volontari di ogni nazionalità che sfruttano e riutilizzano materiali che diversamente finirebbero nei cassonetti, nell'inceneritore o all'isola ecologica. A garantire il buon funzionamento di questo «ciclo virtuoso» il lavoro indefesso di una task-force di 32 persone, uomini e donne di ogni razza ed etnia. 20 lavorano nella distribuzione e stoccaggio dei materiali in via Napoleone, nei locali dell'ex-macello messi a disposizione gratuitamente dall'imprenditore Tarcisio Zogno, 12 si occupano della raccolta dei materiali tra le famiglie donatrici o di trasportare il cibo proveniente dal Banco Alimentare della Ue (riso, pasta e olio) che viene poi donato ai travagliatesi e berlinghesi segnalati dai Servizi sociali dei due Comuni di riferimento. «La distribuzione di questo e dell'altro cibo che acquistiamo e distribuiamo, nonché degli indumenti, scarpe e arredi ai residenti che ne hanno diritto, è gratuita - spiega la presidente Eleonora Reboldi -. Tutti gli indumenti e le scarpe, usati o mai usati, e sempre comunque puliti e indossabili che non vengono utilizzati da queste 116 famiglie - aggiunge la presidente -, vengono poi venduti a prezzi simbolici anche ai residenti in altri paesi: due euro al massimo per indumenti e scarpe, 5 euro per i mobili o una cucina. Ma vengono regalati a chi non può dare questo contributo ogni primo e terzo sabato del mese dalle 15 alle 18 qui all'ex-macello». Con il ricavato vengono acquistate altre derrate per integrare quello che arriva dal Banco alimentare Ue. «Quello che resta viene ceduto alla cooperativa sociale Cauto di Brescia che in cambio ci fornisce ulteriori alimenti, ad esempio frutta e verdura», spiega Eleonora Reboldi. Le donazioni avvengono ogni primo e terzo mercoledì del mese dalle 15 alle 18. Chi vuole sostenere l'associazione può anche fare acquisti al mercatino vintage ogni secondo mercoledì del mese dalle 15 alle 18. La catena di solidarietà ha coinvolto a vario titolo ogni piega della società: Liana Cinquini per esempio che gestisce una compagnia di assicurazioni da anni copre con una polizza gratuita i volontari e altre iniziative. Lo scatolificio Golini-Ricca di Roncadelle mette a disposizione un suo camion per trasportare le derrate e la commercialista Giusi Piceni disbriga a titolo gratuito le pratiche fiscali dell'associazione. Questa splendida catena di volontariato produce enormi benefici. «Anzitutto - spiega l'assessore di Travagliato Paolo Bonassi, che da anni lavora come volontario nell'Ambaradan -, grazie alla raccolta e riutilizzo di tutta questa massa di materiale si abbattono i costi di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Non solo : i nostri Servizi sociali riescono ad aiutare un centinaio di famiglie bisognose a costo zero. Un risparmio fondamentale in tempi di fortissimi tagli».
(Fonte: Bresciaoggi)